L’anno che abbiamo appena lasciato, il 2022, è stato per la nostra amata cittadina, dal punto di vista della sua pubblica amministrazione, un anno piuttosto impegnativo, caratterizzato dal susseguirsi di molteplici eventi, la maggior parte purtroppo, di segno negativo. Appuntamenti burocratici mancati, decisioni non prese, passaggi istituzionali inosservati, etc. etc. Tra i nostri concittadini oltre all’inquietudine per un futuro che, al momento, per quanto riguarda la situazione economico/sociale generale, non appare certamente roseo si unisce anche l’apprensione per dover constatare, giorno dopo giorno, la passività e l’insipienza di una amministrazione comunale che denota sempre più non poche lacune gestionali e imperizia diffusa al punto di aver portato l’azione amministrativa ad uno stato di quasi totale paralisi amministrativa.
Non si può infatti non evidenziare come la situazione attuale abbia già prodotto danni significativi al Comune. Ulteriori e ben più gravi conseguenze potrebbero aversi se il Sindaco e gli Uffici preposti non assumessero, in tempi brevi, decisioni e obblighi di cruciale importanza onde evitare, per quanto possibile, esiti istituzionali più penalizzanti per la nostra Falcone, che la Comunità assolutamente non merita. Crediamo sia doveroso scongiurare tale destino, tanto più in una fase storica particolare che vede gli enti locali beneficiari di ingenti risorse provenienti dall’Europa e la cui gestione reclama governi locali credibili, compatti e nel pieno esercizio delle proprie funzioni. Dinanzi a tali carenze, esitazioni e provvedimenti cervellotici alcune domande nascono spontanee.
Come mai l’amministrazione non riesce proprio a trovare soluzioni all’interno del proprio perimetro e ricorre a contributi esterni finora rivelatisi infruttuosi, se non addirittura dannosi? Come mai la sfiducia che si sta diffondendo è così alta che sono ormai in molti a dubitare della reale tenuta, e durata, di questa compagine amministrativa che non sà essere equilibrata, inclusiva, lungimirante. Perché non riesce a fare i conti col disagio, il malcontento, la disillusione che salgono dalla base popolare? Perché a questo malcontento si risponde solo con pretesti, o peggio, con accuse e malanimo nei confronti di chi contesta non capendo che ciò non elimina affatto le cause che hanno fatto nascere tali insoddisfazioni?
I nostri amministratori non intervengono a monte, come sarebbe logico e conseguente, ma colpiscono a valle. Insensatamente.
Occorre parlarci, cari concittadini, in modo chiaro ed esplicito, il momento delicato lo esige. La verità è una sola ed è la seguente: costoro non ce la fanno a gestire la cosa pubblica, non sono preparati. La loro unica forza, ma contemporaneamente la loro più grande debolezza, è l’aver ottenuto una risicata vittoria elettorale, seppur dimezzata. Il loro problema maggiore è non avere compreso, a tempo debito, per quanto la cosa fosse evidente, che la popolazione cittadina, come emerso peraltro dalle urne nelle scorse amministrative, era profondamente divisa (esattamente a metà) e alla fine in questi casi se non si provvede a sanare fratture così profonde, l’unica via praticabile che rimane è soltanto la polemica, l’astio, lo scontro. Tutte animosità che non portano a nulla se non alla stasi amministrativa e all’aumento, in città, di un clima di sospetto, critica e sfiducia.
È ovvio che degli oppositori all’attuale amministrazione si può dire di tutto, ed è pure lecito, per carità, nutrire su di essi qualsivoglia dubbio e giudizio, anche pessimo, ma non si può negare, però, che l’analisi fatta da “Insieme possiamo” in questi mesi circa l’inconcludenza, la fumosità e l’inettitudine del gruppo che sta al potere è di tutta evidenza e largamente condivisibile e sta acquisendo sempre maggior seguito tra i cittadini. Detta valutazione negativa, assai poco rassicurante, dovrebbe costituire per il Sindaco ed i suoi collaboratori un punto di partenza dal quale agire per coinvolgere l’opposizione, riconoscerne la forza e la legittimità, corresponsabilizzarla per riportarne il dissenso dentro percorsi democratici e costruttivi (che possano anche sfociare, perché no, in ipotesi di leale cooperazione finalizzata al raggiungimento del bene comune).
Invece si è preferito, sin dall’inizio, nonostante la vasta e radicata presenza nell’elettorato cittadino dell’opposizione, identificarla col malaffare, col sospetto, con l’ingiuria, spesso gratuita, in modo così da colpirla, infangarla, criminalizzarla, anche se poi mezza Falcone non amava e condivideva tale disprezzo ma anzi lo riteneva, e lo ritiene, ingiusto, eccessivo e volgare. Sappiamo come vanno le cose.!!
Talvolta, com’è risaputo, si cerca di alimentare la paura e lo spregio quando non si è in grado di contrapporre una visione alternativa, credibile e seria… ma sono mezzucci spesso di infimo livello..! In mancanza, pertanto, di una responsabile presa d’atto del responso delle urne (come sarebbe stato doveroso fare), che consegnava alla classe dirigente cittadina una comunità spaccata esattamente a metà come una mela e profondamente divisa da antipatie e diffidenze, nutrite in abbondanza da una campagna elettorale condotta con toni aspri e caratterizzata da accuse e maldicenze, gli attuali amministratori hanno sciaguratamente fatto come gli struzzi, limitandosi a gestire la cosa pubblica navigando a vista, giorno per giorno, senza una visione d’insieme e una idea di sviluppo della città, preoccupandosi soltanto di accontentare appetiti di tipo assistenziale e clientelare e ponendo unicamente mano a semplici e piccoli interventi tampone di ordinaria amministrazione, tralasciando quasi del tutto le imponenti opere pubbliche già incardinate e preparate dalla precedente amministrazione che aspettavano solo di essere avviate tramite la redazione dell’iter burocratico e tecnico necessario.
Ovviamente tutti abbiamo la consapevolezza che non ci sono soluzioni semplici a problemi complessi e delicati; nessun politico è dotato di bacchetta magica ma è altrettanto vero che non si può affrontare la complessità di una gestione amministrativa, che vuole essere oculata e saggia, e la connessa lenta e contorta macchina burocratica che ne sta alla base, con atteggiamenti spocchiosi e arroganti accompagnati da un deficit notevole di competenze, esperienze e capacità. Quando la propria città è spaccata a metà e il verdetto elettorale è risultato incerto, instabile e contraddittorio, e molte opere pubbliche fondamentali rischiano di non essere realizzate a causa dello stallo gestionale che ne è inevitabilmente derivato, chi ha poteri decisionali e coscienza e senso di responsabilità e vuole veramente il bene comune non può non imboccare, doverosamente, la strada di un comune governo di sindacatura, non per dare vita a innaturali «inciuci», o convergenze poco chiare, ma per avere la possibilità di non perdere finanziamenti, programmare gli interventi, stabilire una scala di priorità, avvalersi di competenze tecniche di vitale importanza, avere altri agganci politici a vari livelli, evitare scontri intestini per vecchi rancori personalistici, gestire meglio il personale ed ottimizzarne il rendimento, colmare il solco che spezza in due l’opinione pubblica e avvelena le relazioni sociali cittadine, rilanciare il nostro paese non facendolo diventare il fanalino di coda di tutto il comprensorio, non rischiare il commissariamento a breve del Comune, etc.. etc..
Risponde al vero, certamente, il fatto che servano risorse cospicue ma è altresì vero e sacrosanto che servono soprattutto uomini capaci, funzionari preparati e idee chiare. C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare; è quello della fiducia e del rispetto nei confronti delle Istituzioni e di chi le rappresenta. Fiducia e rispetto che di certo attualmente latitano alquanto in seno alla nostra comunità. Nessuno pensi che questo sia un lato secondario della questione di cui stiamo ragionando, perché sbaglierebbe di grosso..! L’ossequio verso le figure istituzionali cittadine è, infatti, di fondamentale importanza e non si può sottacere, purtroppo, che ultimamente detta deferenza sia venuta meno; un pò, in verità, per taluni eccessi da parte di chi contesta, ma molto per comportamenti posti in essere e parole pronunciate a vanvera da esponenti autorevoli dell’esecutivo municipale che hanno lasciato alquanto perplessi gli osservatori e fatto cadere in basso il decoro che il vertice istituzionale cittadino deve rivestire agli occhi della cittadinanza.
Condizione di carente rispetto peraltro non agevolata da crescenti malumori e insofferenze che serpeggiano, oramai palesemente, neanche più celati ma addirittura ostentati, tra gli stessi membri della Giunta Municipale che manifestano apertamente sentimenti di critica e di disappunto nei confronti dei propri colleghi amministratori: probabilmente qualcuno teme che l’andamento ondivago e sterile dell’amministrazione pregiudichi l’ottimo risultato elettorale personale conquistato nelle ultime amministrative minando così legittime future aspirazioni politiche e comprensibili ambizioni personali, e qualche altro punta invece ad incarichi (che attende) più prestigiosi, come forse promessogli alla vigilia delle elezioni.
Per concludere occorre ribadire nuovamente che la sola via d’uscita che rimane non è certamente quella di una esasperazione delle parti in campo bensì quella di un accordo che tiri fuori il Comune dalle secche in cui è andato ad incagliarsi; forse è arrivato il tempo di riuscire a pensare insieme le cose che fino ad adesso si sono pensate ed espresse in forma oppositiva. Forse è venuto il tempo in cui la politica, rispondendo al suo scopo più nobile, sia chiamata finalmente alla sua vocazione di sintesi e di composizione. Una nuova stagione, insomma, in cui gli amministratori pubblici riescano a mantenere la barra al centro, correggano la rotta di navigazione con umiltà e pragmatismo e perseguano, al di là e al di sopra delle tensioni che li dividono, il supremo bene collettivo. Perché, ci chiediamo in molti, non potrebbe nascere, proprio qui a Falcone, una via falconese al buon governo, alla collaborazione nel rispetto delle proprie diverse posizioni, al superamento di contrasti e beghe personali e perniciose che non portano a nulla di buono?
Ecco, .. forse nelle risposte a queste domande può consistere e sostanziarsi la sfida che auspichiamo, .. nel tentare di passare, cioè, dalla fase di una amministrazione al governo, .. a quella di una amministrazione di governo …. E’ l’ora delle scelte…. Che Dio ci illumini il cammino.