Il grande sogno di una storica promozione si è infranto ieri in un caldo pomeriggio pre-estivo, ma è un sogno che certamente non è finito, né si è affievolito. Usciamo sconfitti, è vero, ma con onore: la nostra Pro Falcone perde la finale playoff – 1 a 0- contro la Torrenovese, ma non ha né demeritato né deluso. Nulla da dire ai ragazzi che hanno dato tutto e sono stati meravigliosi, oggi come in tutta la stagione giocata ad altissimi livelli. L’intero stadio si è alzato in piedi (compresi giocatori, tecnici e tifosi avversari), per applaudire, a fine partita, i nostri calciatori, leali e corretti, e il generoso e caloroso pubblico giallo-rosso, entusiasta, rumoroso ma disciplinato e sportivissimo. Felicitazioni sincere alla squadra avversaria con l’auspicio che possa cogliere tutti i successi calcistici che ha in animo di perseguire.
Nello Sport, si sa, come d’altronde nella vita non esiste solo la vittoria, ma anche le sconfitte: situazioni nelle quali non riusciamo a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissi e nelle quali le nostre aspettative non trovano realizzazione.
Adesso è importante e salutare, (smaltita l’iniziale e passeggera, nonché comprensibile, amarezza), fermarci a riflettere, riprendendo un razionale contatto con le nostre emozioni, al fine di incanalarle e sfruttarle positivamente. Solo in questo modo ci alleggeriremo della normale delusione e tristezza che stiamo provando, tornando a guardare noi stessi per quello che siamo e non esclusivamente in dipendenza di quello che ci è accaduto, tornando altresì ad apprezzarci, senza mai smettere di volerci ancor migliorare e, soprattutto, senza frustrarci inutilmente. La sconfitta non è un fallimento, bensí è solo un momento rappresentativo di un evento dall’esito negativo, di una partita stregata, di una condizione fisica da recuperare, dopo un campionato allo spasimo, oppure un avvenimento dettato dalla “dura lex sed lex”, cioè, semplicemente, dalla superiorità dell’avversario, nonostante noi si sia dato il meglio a disposizione. Quello che sto cercando di evidenziare è che bisogna imparare sempre dalle sconfitte, che possono essere altamente educative e formative se vissute nella giusta maniera, poichè dalle vittorie si impara veramente molto meno in quanto, spesso, possono dare alla testa facendoci perdere di vista l’umiltà ed il senso della misura.
Ma c’è una cosa che si deve capire, ed accettare, fin da ora e per il futuro e cioè che la sconfitta, anche se dignitosa e combattuta ad armi pari (come quella in cui siamo incappati), è un fatto completamente naturale. Ed il fallimento, non dimentichiamolo mai, è molte volte parte del successo, che non arriva mai se non hai alle spalle una serie, anche lunga talora, di smacchi e occasioni infelici.
Per riuscire in un’impresa, qualunque essa sia, occorre mettere in conto che prima o poi ti accadrà di avere una battuta d’arresto, un fiasco, un insuccesso.
Ma questo comunque non vuol assolutamente dire di mollare, di dover rinunciare a rialzarci in piedi e a riprendere a lottare con sempre più voglia e fiducia.
La caratteristica basilare del vincente sta proprio nel non esaltarsi, esageratamente e stupidamente, per le vittorie, (spesso effimere), non abbattersi esageratamente nelle sconfitte, (sempre possibili) ma mantenere la giusta lucidità e saper analizzare in entrambi i casi i dettagli che possono essere migliorati. Perdere è dannoso soltanto se non si sanno assimilare gli insegnamenti che la sconfitta certamente ti dà perché, ovviamente, se perdi e non cerchi di capire perché hai perso, non cerchi di eliminare gli sbagli che ti hanno portato alla sconfitta, molto probabilmente continuerai a ripeterli e proseguirai probabilmente a perdere.
La famosa frase “perdere” aiuta a “vincere” contiene una grande verità perché ci spinge a trarre i necessari stimoli e ad adottare le dovute misure per andare avanti e preparare la riscossa.
Altro incentivo indispensabile a ritrovare la via della vittoria è il mantenere inalterata la cultura del lavoro, la determinazione nel cercare di migliorarsi costantemente, la voglia di non indebolire il proprio animo vincente. Proprio come abbiamo fatto in questa stagione.
Adesso, per favore, nessuno cerchi scuse, né pretesti o giustificazioni. Sarebbe deleterio. Un vecchio detto dice: “Vinci senza vantarti. Perdi senza scuse”. Ma sappiate che la sconfitta non è il peggiore dei fallimenti. Il vero fallimento è non averci provato, e noi ci abbiamo provato. E ci riproveremo, statene certi.
Teniamo a mente, e ricordiamocene, che il calcio è passione, divertimento, stupore, dialogo, incontro, integrazione, sacrificio, fede e molto altro. E tutto questo, purtroppo, comprende, a volte, anche perdere e leccarsi le ferite.
E’ stato difficile sfidarsi sotto il sole, in trasferta in quel di Torrenova e anche con qualche giocatore infortunato o squalificato, ma i protagonisti ce l’hanno sempre messa tutta, con responsabilità, impegno e costanza. Non abbattiamoci, il progetto “PRO FALCONE” continua, il prossimo anno: i nostri ragazzi, con la guida tecnica del bravo Mister Bitto e con l’illuminata presidenza Gitto, affiancato dagli altri dirigenti, ci riproveranno con lo stesso spirito che non li abbandona, con lo stesso vento che sospinge verso nuovi orizzonti.
A tutto l’ambiente e alla tifoseria diciamo: tenete la testa alta e siate orgogliosi di ciò che avete fatto. Siamo arrivati fino in fondo ma purtroppo questa non era la nostra giornata. Nulla è perduto. Ritenteremo.
In alto i cuori. Sventoli nel cielo, bella e fiera, la gloriosa bandiera giallorossa.
E sempre W PRO FALCONE.
Dott. Andrea Catalfamo